31 luglio 2006

la causa dell'unico

Conoscerete la verità e la verità vi renderà liberi
Vangelo di Giovanni, capo 8 verso 32
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[...]Non è necessario che dimostri, a chiunque vorrebbe imporci la sua causa, che a lui interessa solo se stesso, non noi, solo il suo bene, non il nostro. Provate un po’ a osservare gli altri. La verità, la libertà, la filantropia e la giustizia aspirano forse a qualcos’altro che a farvi entusiasmare e a farsi servire da voi?
Per esse va benissimo se risvegliano adorazione e zelo. Ma guardate il popolo che viene difeso dall’abnegazione dei suoi patrioti. I patrioti cadono in lotte sanguinose o in lotta contro la fame e la miseria; forse che il popolo se ne interessa? Grazie al concime dei loro cadaveri il popolo diventa un “popolo fiorente”! Gli individui sono morti “per la grande causa del popolo” e il popolo dedica loro due parole di ringraziamento e – ne trae il suo profitto. Questo io lo chiamo un egoismo fruttuoso.
Ma osservate un po’ quel sultano che si cura con tanto affetto dei “suoi”. Non è forse il puro disinteresse in persona? Non si sacrifica forse di continuo per i “suoi”? Sì, proprio per i "suoi"! Prova un po’ a mostrarti non suo, ma tuo: per questo verrai gettato in carcere, tu che ti sei sottratto al suo egoismo. Il sultano ha fondato la sua causa su null’altro che se stesso: per sé egli è tutto in tutto, per sé è l’unico e non tollera che qualcuno osi non essere uno dei “suoi”.
E allora, sulla base di questi fulgidi esempi, non volete capire che è l’egoista ad avere sempre la meglio? Io, per conto mio, ne traggo un grande insegnamento e, piuttosto che continuare a servire disinteressatamente quei grandi egoisti, voglio essere l’egoista io stesso.
Dio e l’umanità hanno fondato la loro causa su nulla, su null’altro che se stessi. Allo stesso modo io fondo allora la mia causa su me stesso, io che, al pari di Dio, sono il nulla di ogni altro, che sono il mio tutto, io che sono l’unico.
Se Dio, se l’umanità hanno, come voi assicurate, sufficiente sostanza in sé per essere a se stessi il tutto in tutto, allora io sento che a me mancherà ancora meno e che non avrò da lamentarmi della mia “vuotezza". Io non sono nulla nel senso della vuotezza, bensì il nulla creatore, il nulla dal quale io stesso, in quanto creatore, creo tutto.
Lungi da me perciò ogni causa che non sia interamente la mia causa! Voi pensate che la mia causa dovrebbe essere almeno la “buona causa”? Macchè buono e cattivo! Io stesso sono la mia causa, e io non sono né buono né cattivo. L’una e l’altra cosa non hanno per me senso alcuno.
Il divino è la causa di Dio, l’umano la causa “dell’uomo”. La mia causa non è né il divino, né l’umano, non è ciò che è vero, buono, giusto, libero,ecc., bensì solo ciò che è mio, e non è una causa generale, ma – unica, così come io stesso sono unico. Non c’è nulla che mi importi più di me stesso!
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Max Stirner, L'unico e la sua proprietà
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2 commenti:

Grande Bastardo ha detto...

aaahhh...finalmente una citazione del grande architetto Stirner...il cui vero nome non è questo...e lo sappiamo bene tutti!!! Fai una buona biciclata in giro per i pareri della gente...poi torna e faccene una ragione!

lunico ha detto...

fanzastc! ui Kladde Pvastaurd jai zclintto u kezzzt prooog. kei muulzione! oi baroule mpaztatt, por tuut lobbòk! Fìììììf fìììììf lo Kladde Pvastaurd.