28 aprile 2007

la grande tragedia

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quando ho visto anam-il senzanome sono rimasto sorpreso dalla libertà delle riflessioni di terzani, un vecchio tanto stravagante da dormire nel suo giardino e mettere occhi agli alberi.
questo che segue è un pensiero che si avvicina al mio

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"Libertà. Non ce n'è più...non siamo mai stati così poco liberi, pur nella apparente enorme libertà di comprare, di scopare, di scegliere tra i vari dentifrici, tra le quarantamila automobili, tra i telefoni che fanno anche la fotografia.
Non c'è più libertà di essere chi sei. Perchè tutto è già previsto, tutto è già incanalato e uscirne non è facile, crea conflitti.
Quanta gente viene rigettata perchè non rientra nel modello? Facesse invece altre cose! Ma non c'è altro, c'è solo una spinta verso il mercato...
Ce la siamo ridotta la libertà, a causa di tutto ciò che è automatico nel nostro modo di pensare, di reagire, di fare le cose. Questa è la grande tragedia."
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tiziano terzani, la fine è il mio inizio
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2 commenti:

chad palomino ha detto...

a me piaceva moltissimo terzani fin da quando si limitava a fare il giornalista.
lo ho trovato interessante anche quando si è trasformato in qualcosa di diverso: penso avesse molto da dire, e molto significativo.
non ho cambiato idea neppure ora che suo malgrado (lo disse e scrisse più volte) è stato elevato al rango di guru da un gran numero di persone, che così facendo lo banalizzano, facendo sembrare una macchietta new age quello che in realtà è tutt'altro.
ti consiglio anche i suoi libri di taglio più prettamente giornalistico ("un indovino mi disse" è forse quello a cui sono più legatop, però molto belli sono pure "buonanotte signor lenin" o "la porta proibita")

lunico ha detto...

prima o poi affronterò anche un libro di terzani (grazie del consiglio, chad)
..vero, è raro saper riconoscere la profondità di una persona dietro l'immagine che ha.