05 marzo 2007

[...] Dalle parti di Miano, poco distante da Scampia, c'erano una decina di Visitors. Erano stati chiamati a raccolta. Uno spiazzo davanti a dei capannoni. C'ero finito non per caso ma con la presunzione che sentendo l'alito del reale, quello caldo, quello più vero possibile, si possa arrivare a comprendere il fondo delle cose. Non sono certo sia fondamentale osservare ed esserci per conoscere le cose, ma è fondamentale esserci perchè le cose ti conoscano.
C'era un tizio vestito bene, anzi direi benissimo, con un completo bianco , una camicia bluastra, scarpe sportive nuovissime. Aprì un panno di daino sul cofano dell'auto. Aveva dentro un po' di siringhe. I Visitors si avvicinarono spingendosi, sembrava una di quelle scene -identiche, medesime, sempre uguali da anni - che mostrano i telegiornali quando in Africa giunge un camion con i sacchi di farina. Un Visiors però si mise a urlare: "No, non la prendo, se la regalate non la prendo...ci volete ammazzare..."
Bastò il sospetto di uno, che gli altri si allontanarono immediatamente. Il tizio sembrava non aver voglia di convincere nessuno e aspettava. Ogni tanto sputava per terra la polvere che i Visitors camminando alzavano e che gli si posava sui denti.
Uno si fece avanti lo stesso, anzi si fece avanti una coppia. Tremavano, erano davvero al limite. In rota, come si dice solitamente. Lui aveva le vene delle braccia inutilizzabili, si tolse le scarpe, e anche le piante dei piedi erano rovinate. La ragazza prese la siringa dallo straccio e se la mise in bocca per reggerla, intanto gli aprì la camicia, lentamente, come se avesse avuto cento bottoni, e poi lanciò l'ago sotto il collo. La siringa conteneva coca. Farla scorrere nel sangue permette di vedere in breve tempo se il taglio funziona o se è sbagliato, pesante, scadente. Dopo un po' il ragazzo iniziò a barcollare, schiumò appena all'angolo della bocca e cadde. Per terra iniziò a muoversi a scatti. Poi si stese supino e chiuse gli occhi, rigido. Il tizio vestito di bianco iniziò a telefonare al cellulare: "A me pare morto..sì, vabbè, mo gli faccio il massaggio..."
Iniziò a pestare con lo stivaletto il petto del ragazzo. Alzava il ginocchio e poi lasciava cadere la gamba con violenza. Il massaggio cardiaco lo faceva con i calci. La ragazza al suo fianco blaterava qualcosa, lasciando le parole ancora attaccate alle labbra: "Lo fai male, lo fai male. Gli stai facendo male..." Cercando con la forza di un grissino di allontanarlo dal corpo del suo ragazzo. Ma il tizio era disgustato, quasi impaurito da lei e dai Visitors in genere: "Non mi toccare...fai schifo...non ti azzardare a starmi vicino...non mi toccare che ti sparo!"
Continuò a tirare calci in petto al ragazzo; poi con il piede poggiato sullo sterno ritelefonò: "Questo è schiattato. Ah, il fazzolettino... aspetta che mo vedo..."
Prese un fazzolettino di carta dalla tasca, lo bagnò con una bottiglietta d'acqua e lo stese aperto sulle labbra del ragazzo. Se soltanto avesse avuto un flebile fiato avrebbe forato il kleenex, dimostrando di essere ancora vivo. Precauzione che aveva usato perchè non voleva neanche sfiorare quel corpo. Richiamò per l'ultima volta: "E' morto. Dobbiamo fare tutto più leggero..."
Il tizio rientrò in auto dove l'autista non aveva neanche per un secondo smesso di zompettare sul sedile ballando una musica di cui non riuscivo a sentire neanche un rumore, nonostante si muovesse come se fosse stata al massimo volume.
In pochi minuti tutti si allontanarono dal corpo, passeggiando per questo frammento di polvere.
Rimase il ragazzo steso a terra. E la fidanzata, piagnucolante. Anche il suo lamento rimaneva attaccato alle labbra, come se l'eroina permettesse una cantilena rauca come unica forma di espressione vocale.
Non riuscii a capire perchè la ragazza lo fece, ma si calò il pantalone della tuta e accovacciandosi proprio sul viso del ragazzo gli pisciò in faccia. Il fazzolettino gli si attaccò sulle labbra e sul naso. Dopo un po' il ragazzo sembrò riprendere i sensi, si passò una mano sul naso e la bocca, come quando ci si toglie l'acqua dal viso dopo essere usciti dal mare. Questo Lazzaro di Miano, resuscitato da chissà quali sostanze contenute nell'urina, lentamente si alzò. Giuro che se non fossi stato stordito dalla situazione, avrei gridato al miracolo. Invece camminavo avanti e indietro. Lo faccio sempre quando sento di non capire, di non sapere cosa fare. Occupo spazio, nervosamente. Facendo così devo aver attirato l'attenzione, poichè i Visitors iniziarono ad avvicinarmi, a urlarmi contro. Pensando fossi un uomo legato al tizio che stava quasi uccidendo quel ragazzo. Mi gridavano contro: "Tu...tu...volevi ammazzarlo..."
[...]
Roberto Saviano, Gomorra

6 commenti:

andrea erdna ha detto...

OT: ieri in metrò ho visto la pastorella...

lunico ha detto...

ti sei dato alla...pastorizia?

chad palomino ha detto...

mi par di capire che non c'entri molto col post in questione... deduco si parli di donne...
a tal proposito io prima, tornando da milano, ho fatto un interessante viaggio con una bellissima ragazza, pure molto simpatica: appena è scesa dal treno ho deciso che sarebbe stata la donna della mia vita, poi mi sono reso conto di non sapere neppure come si chiamasse e di non averle chiesto il numero di telefono. quando si dice la genialità!

andrea erdna ha detto...

Sì, il commento era OT, off topic. La pastorella era l'amica di studi della Madonna

lunico ha detto...

..anche a me hanno lasciato senza parole queste pagine di saviano

andrea erdna ha detto...

Divertimenti poco consoni, è vero: Pascale direbbe che si tratta di distrazioni dalla purtroppo agghiacciante realtà. Tuttavia in questi giorni accadeva il genetliaco della Madonna e non potevo non lasciare un commento...